Le trincee di Dosso Merlo a Navene
Reperti storici della Prima Guerra Mondiale sul Lago di Garda.
Durante la Prima Guerra Mondiale (1914-1918), il Lago di Garda rappresentava una linea di confine naturale tra le forze militari italiane e quelle austro-ungariche. I due schieramenti, costruirono diverse fortificazioni e trincee situate in alcuni punti strategici del territorio.
Tra le più suggestive e oggetto di una recente opera di riqualificazione, ci sono le trincee di Dosso Merlo, situate nel Comune di Malcesine e più precisamente nella frazione di Navene.
In questo articolo scopriremo alcuni dettagli che riguardano la storia di questo luogo, le particolari dotazioni militari installate lungo il percorso e le caratteristiche naturali del territorio in cui si trovano le trincee di Dosso Merlo.
La lecceta di Navene.
Uno degli elementi naturalistici più rilevanti di questa zona situata ai piedi del Monte Baldo è la presenza di formazioni vegetali dominate dal Leccio (Quercus ilex), tipiche della vegetazione mediterranea. Questo tipo di vegetazione, in gran parte sostituito nel corso dei secoli dagli insediamenti umani e dalla diffusione degli oliveti, si è conservato fino ai giorni nostri in alcuni nuclei limitati. Tra di essi uno dei più importanti è rappresentato proprio dalla lecceta di Navene.
Le fasce fitoclimatiche del Monte Baldo.
Il territorio del Monte Baldo, definito dai botanici del '700 come "Hortus Europae" per la sua eccezionale varietà di specie vegetali, rappresenta un'area di grande interesse naturalistico. La sua posizione geografica, situata ai margini delle Alpi e in prossimità della pianura padana, unita alla presenza del Lago di Garda, contribuisce alla formazione di un ambiente molto particolare.
Questa combinazione, insieme a un'escursione altimetrica significativa di oltre 2.000 metri in uno spazio relativamente ristretto, crea una rapida successione di diverse condizioni climatiche e ambientali. Le variazioni si riflettono in un ricco mosaico di ambienti naturali, ciascuno adattato alle specifiche condizioni del suo microclima. Le alture del Monte Baldo offrono così una straordinaria diversità di flora, che varia dalle specie mediterranee a quelle alpine.
Salendo dal lago fino alle cime più alte, si possono attraversare tutti i principali ambienti vegetali presenti in Italia e in gran parte d'Europa. Dalla vegetazione sub-mediterranea, che si trova lungo le sponde del lago e include leccete e oliveti, si passa alla fascia del bosco termofilo sub-montano, dove sono prevalenti la roverella, l'orniello e il carpino nero. Successivamente, si attraversa la zona del castagno e quella della faggeta, seguita dai boschi misti di conifere. Nella zona più elevata, si raggiunge la fascia alpina, caratterizzata da mughete, arbusteti e praterie d'alta quota.
La Riserva Naturale Integrale "Gardesana Orientale".
Il sentiero e tutta la zona in cui si trovano le trincee di Dosso Merlo, fanno parte della Riserva Naturale Integrale "Gardesana Orientale". Gestita oggi da Veneto Agricoltura, è stata creata nel 1971 con lo scopo di preservare le caratteristiche uniche della flora e della fauna presenti in questo luogo.
La Riserva si estende dalle sponde del lago al versante occidentale del Monte Baldo, fino a un'altitudine di 650 metri. Nonostante la sua dimensione modesta (218 ettari), è considerata di grande importanza naturalistica, poiché ospita molte specie tipiche della macchia mediterranea.
Successivamente, gran parte di questo territorio, insieme ad altre aree pubbliche e private, è stata designata come Sito di Importanza Comunitaria (S.I.C.) e Zona di Protezione Speciale (Z.P.S.) per la presenza e rappresentatività di habitat e specie animali e vegetali meritevoli di particolare tutela.
Queste aree protette fanno parte della Rete Natura 2000, il principale strumento della politica dell'Unione Europea per la conservazione della biodiversità. Per maggiori informazioni su questo tema, vi rimandiamo alla pagina dedicata sul sito del Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica.
La storia di Dosso Merlo.
Il percorso che sale da Navene a Dosso Merlo lungo la strada militare, permette di scoprire molte delle peculiarità che caratterizzano questo territorio.
Lungo il cammino, si possono osservare gli antichi "tovi", ovvero i sentieri infossati nei quali veniva fatto scorrere il legname tagliato per condurlo dal bosco fino al punto di carico. L'utilizzo del bosco per il legname, era in passato una delle principali attività di sostentamento per la popolazione locale.
I numerosi pannelli informativi presenti lungo il sentiero, ci raccontano con l’utilizzo di testi, vecchie fotografie e carte militari, il posizionamento e le caratteristiche di alcuni armamenti utilizzati dai soldati italiani durante la Grande Guerra.
Tra questi è ancora visibile la piazzola per cannone che dal maggio 1916, ospitava in batteria due cannoni da 120/40 AL. Questi coprivano la linea di 3° sbarramento distante 5 Km, con obiettivo la linea di confine lacustre tra Punta Valmarsa e Punta Larici.
A circa metà percorso si trova invece la postazione dell'obice "VULCANO", un potente obice da 305/17 modello 1916, appartenente alla 910a batteria. Fu posizionato il 21 marzo 1916 e montato su un affusto rotante modello Garrone.
Il peso dell'obice in batteria raggiungeva i 33.770 kg e la sua gittata massima era di 17,6 km. Sparava granate di peso variabile, con una media di 300 kg per granata e poteva sostenere una cadenza di fuoco di un colpo ogni 5 minuti. Questa tipologia di obice, rappresentava la più potente artiglieria in dotazione al Regio Esercito italiano durante la Prima Guerra Mondiale.
Proseguendo il cammino lungo il sentiero si continua a salire leggermente di quota, fino ad arrivare alla radura dove è situato il Caposaldo di Dosso Merlo.
In tempi lontani, Navene e Dosso Merlo erano punti di osservazione strategici per controllare i movimenti di uomini e merci provenienti da Brentonico (a est) e Nago (a nord). Nel 1915, Dosso Merlo continuava a svolgere la sua funzione di controllo, monitorando i movimenti da nord e dal lago. Navene e Dosso Merlo si trovano inoltre sulla finestra erosiva che divide il Monte Baldo tra le parti veronese e trentina.
Durante il primo anno di guerra, con il consolidamento delle attività belliche, diventò sempre più evidente l'immobilità di questo settore del fronte, dovuta principalmente alla complessità di un territorio racchiuso tra alte montagne e il Lago di Garda.
Per i soldati italiani, rappresentava un collo di bottiglia troppo stretto per manovrare grandi unità; per i soldati austriaci invece, era un passaggio facile da difendere grazie a un complesso sistema di fortificazioni.
In risposta a tale situazione, lo Stato Maggiore del Regio Esercito Italiano decise di fortificare questa porzione di territorio, avviando un'imponente opera di rafforzamento difensivo e logistico.
I resti delle opere militari presenti a Dosso Merlo, rappresentano ciò che rimane di un caposaldo di sbarramento dotato di trinceramenti, postazioni, camminamenti, osservatori e ricoveri ben strutturati, progettati per rimanere stabilmente in quella posizione.
Dal 1916, quest’area fu denominata "Gruppo difensivo di Dosso Merlo" e svolgeva la funzione di seconda linea difensiva, comprendendo anche le infrastrutture presenti in Val dell'Acqua e in Val delle More (localmente Vaio dell'Acqua e Vaio delle More) fino alla costa del lago.
A più di 100 anni dalla fine della Grande Guerra, il recupero delle trincee di Dosso Merlo, rappresenta un’opportunità unica per ricordare quel difficile periodo storico. Un luogo che offre un panorama meraviglioso sul Lago di Garda, dove la bellezza della natura si intreccia in modo indelebile con la solennità del passato.
Come arrivare alle trincee di Dosso Merlo.
Salendo in direzione nord da Malcesine, si percorre la strada Gardesana SR249 fino alla piccola frazione di Navene. Appena prima di entrare nel centro abitato, si svolta a destra, salendo lungo Via di Mezzo. Dopo circa 300 metri, si può parcheggiare l’auto presso il comodo parcheggio Navene alta.
Durante il periodo estivo, ti consiglio di prestare attenzione ad eventuali comunicazioni riguardanti la viabilità. In concomitanza di alcuni eventi sportivi, il parcheggio di Navene alta potrebbe essere riservato agli atleti che partecipano alle competizioni.
Parcheggiata l'auto, si prosegue a piedi in salita lungo una stradina asfaltata in direzione del Monte Fubia (sentiero 4). Poco più avanti, tenendo la destra, inizia la strada forestale che, attraversando il bosco, conduce fino alle trincee di Dosso Merlo.
Il percorso supera un dislivello di circa 300 metri e non presenta particolari difficoltà. In circa trenta/quaranta minuti di camminata si raggiunge facilmente la destinazione. Ti consiglio di indossare calzature da trekking e di rispettare sempre l'ambiente, mantenendo il luogo pulito.
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Dove si trova Dosso Merlo
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